Going Dark 2024

Dove il buio rivela

 

In un piccolo borgo toscano immerso nella natura e nella storia, si è svolto un workshop internazionale dedicato alla progettazione della luce negli spazi esterni. Un’esperienza immersiva che ha coinvolto progettisti, tecnici, ricercatori e aziende in un confronto diretto sul modo in cui la luce può dialogare con il paesaggio, l’architettura e soprattutto con il buio.


Il luogo scelto è Abbadia a Isola, a pochi chilometri da Monteriggioni. Un luogo che si distingue per la sua atmosfera intatta e per un cielo notturno così buio da rendere visibile la Via Lattea a occhio nudo. Uno scenario ideale per riflettere su una nuova cultura della luce.

Simes_Abbadia a Isola

Luce nel rispetto della storia

 

Abbadia a Isola è un luogo che resiste alla modernità con la forza della materia: pietra, mattoni e cemento a secco raccontano secoli di storia e quiete.  In un contesto simile, la luce non può che essere discreta, calda, rispettosa.
 
Serve un progetto misurato, in cui ogni lumen è calibrato e ogni temperatura colore è scelta con cura. Un approccio alla progettazione della luce che rispetta il buio, il contesto e la storia dei luoghi.

Questo progetto, condiviso con Light Collective e lo studio Traverso-Vighy, ha dato vita a un laboratorio sperimentale a cielo aperto: un’occasione concreta per riflettere su come la luce possa diventare strumento di valorizzazione del paesaggio e dell’architettura.

 

Arch. Giovanni Traverso - Studio Traverso-Vighy

Per Simes il workshop è stato un’occasione preziosa per ascoltare i progettisti, osservare da vicino come affrontano il tema della luce nei contesti storici e recepire esigenze concrete: luce più calda, meno invasiva, controllabile.
In questo senso, l’obiettivo non è solo tecnico, ma anche culturale: trasformare l’oscurità da limite a risorsa progettuale da valorizzare.

Progettare per il buio

 

Troppe volte la luce artificiale viene vista come sinonimo di sovraesposizione. Qui è stato il contrario: abbiamo lavorato per esaltare l’oscurità, creando scenari in cui la luce non invade, ma accompagna.

Le installazioni luminose temporanee hanno dimostrato come pochi lumen, direzionati con precisione e regolati con sensibilità, possano esaltare le volumetrie storiche e la profondità del paesaggio notturno.

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Controllare la luce per disegnare l’esperienza

 

Uno degli aspetti più significativi emersi dal workshop è l’importanza della luce controllabile. In scenari così delicati, poter intervenire in tempo reale su apertura del fascio, quantità di luce, temperatura colore significa dare al progettista uno strumento non solo tecnico, ma anche espressivo.

Le tecnologie Simes per il controllo della luce, come il Digital Beam, si rivelano particolarmente efficaci in questi contesti, poiché permettono di modellare l’emissione luminosa direttamente in loco, adattandola al contesto e creando un dialogo costante tra luce e materia.

Le soluzioni adottate – ottiche precise, tonalità calde, sistemi di dimmerazione e controllo avanzato – sono state pensate per integrarsi con l’ambiente circostante e minimizzare l’impatto sull’ecosistema notturno.

Come evidenziato anche durante le prove notturne, queste soluzioni sono state fondamentali per ridurre l’inquinamento luminoso senza rinunciare all’espressività visiva, contribuendo a rispettare fauna, uomo e paesaggio.

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Simes_pointer digital beam

Una nuova cultura della luce outdoor

 

Riscoprire il valore del buio significa anche liberarsi dall’idea che esso sia un problema da risolvere. Al contrario, il buio è risorsa. È sfondo. È paesaggio.
Una luce ben progettata non elimina l’oscurità, ma la interpreta, la valorizza, la accompagna.

Abbadia a Isola ci ha ricordato che il buio può essere rivelatorio quando la luce viene pensata per sottolineare l’essenziale.

In questo senso, il workshop rappresenta anche un movimento culturale: educare alla bellezza della notte, superare l’idea che buio significhi pericolo, e dimostrare che la luce, se ben calibrata, può dialogare con l’oscurità anziché annullarla.

 

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Un confronto continuo con il progetto

 

Questa esperienza si inserisce nel percorso che Simes porta avanti da anni: creare occasioni concrete di collaborazione con i progettisti, in cui la sperimentazione sul campo diventa momento di formazione, scambio e crescita reciproca.

Workshop come questo non rappresentano episodi isolati, ma tappe di un percorso che mette al centro l’intelligenza progettuale e la sensibilità verso il contesto. Ogni luogo chiede una luce diversa, e il nostro obiettivo è aiutare i progettisti a trovarla. 
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Nightzeist 2019 2.1

 

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