Light where, when and how is needed
L'obiettivo di Simes e di tutti i player della luce che si pongono obiettivi di lungo termine coerenti con un progetto di sostenibità globale, non può che identificarsi nel concetto di light where, when and how you need it.
L'uso inappropriato o eccessivo della luce artificiale, noto come inquinamento luminoso, può avere gravi conseguenze ambientali per gli esseri umani, per la fauna selvatica e per il nostro clima.
I fenomeni dello skyglow, dell’overlighting e dell’abbagliamento possono essere affrontati tramite la riduzione programmata o comandata dei flussi, l’uso di ottiche sempre più precise e confortevoli per la visione, la modulazione del colore e della forma della luce.
Fonte: National Geographic. L’83% della popolazione terrestre vive sotto un cielo inquinato nonostante più del 70% delle persone non abbia accesso diretto a una rete elettrica principale. Foto di destra: Tokyo. Megalopoli eletta come modello di vistuosità grazie allo studio della perfetta omogeneità distributiva della luce.
L’inquinamento luminoso è il risultato di più componenti di luce molesta, spesso combinate o sovrapposte tra loro, che invadono e disturbano la visione in maniera incontrollata e confusa.
La luminescenza del cielo notturno sopra alle aree abitate, definita Skyglow, è la conseguenza diretta di un uso incontrollato della luce artificiale.
Attualmente le sorgenti luminose abbinate ai moderni sistemi di controllo remoto consentono di gestire facilmente il colore e l’intensità della luce e risulta ancora più essenziale modellare la luce per dimensioni, forma e direzionalità.
Sino a ieri queste caratteristiche erano determinabili meccanicamente tramite l’uso di specifiche ottiche, lenti e riflettori statici, talvolta anche piuttosto ingombranti.
Oggi la tecnologia del digital beam ci permette di fare un notevole passo in avanti e di modificare digitalmente l'apertura del fascio luminoso.
Soluzioni elettroniche adattive per l'illuminazione professionale
Gli apparecchi di illuminazione equipaggiati con l’innovativa tecnologia Digital Beam sono dotati di ottica variabile, in grado cioè di gestire l’apertura di fascio tramite un input digitale.
Utilizzando un dispositivo mobile o altri sistemi di controllo, sarà quindi possibile variare in modo dinamico l’angolo del cono luminoso passando da un fascio spot a uno flood con un semplice gesto. Ciò significa poter selezionare anche qualsiasi apertura intermedia e modellare il fascio in tempo reale in relazione al soggetto da illuminare. Tale manipolazione avviene in modo totalmente elettronico.
Tecnologia a cristalli liquidi per il controllo della luce
Il Digital Beam si basa sull’utilizzo di una lente a cristalli liquidi (LensVector™) applicata direttamente al gruppo ottico.
Un impulso elettrico stimola i cristalli liquidi presenti al suo interno orientandoli gradualmente. Le molecole, attivate dal campo elettrico, si polarizzano in modo da consentire il passaggio della luce con una determinata angolazione, mentre una scheda elettronica appositamente ingegnerizzata, riceve e trasmette la tensione necessaria per controllare il LED e il LensVector™.
In questo modo non sarà più necessario sostituire lenti e riflettori per creare una nuova scena, ma si potrà configurare elettronicamente non solo la quantità di luce ma anche il suo fascio.
Semplice, dinamico, digitale.
Questa rivoluzione tecnologica apre la strada a nuovi interessanti risvolti progettuali.
La flessibilità e la facilità d’uso di un sistema elettronico che può, in tempo reale, modificare la configurazione luminosa di uno spazio, lo rendono applicabile in svariati contesti.
Un proiettore posto a distanza rispetto al soggetto da illuminare richiede spesso la necessità di adattare in loco la dimensione del fascio a causa dell’impossibilità di determinare in anticipo la sua posizione precisa o il suo effetto finale nel contesto.
Tramite la tecnologia digital beam lo stesso apparecchio può adattarsi a soggetti diversi e prolungare quindi la sua funzionalità nel tempo.
Scenografie luminose variabili
La temporaneità di un allestimento all’interno di uno spazio museale, retail o ricettivo può determinare esigenze illuminotecniche mutevoli e diversificate.
Pointer è un proiettore di ultima generazione presentato anche in versione digital beam per una totale gestione della scena. Esso è stato sviluppato per diventare parte di un sistema evoluto che non controlla più solo l’accensione, lo spegnimento, la dimmerazione dell’intensità e la variazione della temperatura colore, ma anche l’ampiezza del fascio.
Un downlight che integra la tecnologia digital beam può trasformare completamente l’atmosfera di uno spazio passando da un’illuminazione diffusa e funzionale a una luce d’accento focalizzata solo su alcuni elementi della scena.
Le famiglie Stage Proiettore e Stage Downlight si completano di questa variante e permetteranno di regolare l’ampiezza del fascio in funzione dello scenario desiderato e alle esigenze d'uso dello spazio.
La facciata di un edificio può variare in modo dinamico il suo aspetto tramite incassi digital beam.
Zip, la famiglia di incassi a terra e soffitto più versatile e utilizzata per l’illuminazione architetturale, fa un ulteriore passo in avanti in termini tecnologici e funzionali e viene presentata in versione Digital beam. Questo upgrade permetterà di modificare il volto di un edificio facendolo vivere e muovere nel tempo e offrendo nuove e inedite possibilità progettuali.
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