Progettare con la luce

La luce è molto importante per te e per il tuo progetto, tanto che hai deciso di diventare un lighting designer oltre che un architetto. Cosa significa la luce per te?

N.A. La luce è tutto. La parte più importante di ogni momento ha a che fare con la luce. E' sempre così importante, non posso vivere senza interessarmi alle corrette condizioni di luce. Non è solo una parte del mio lavoro o qualcosa che renderà quello che faccio più interessante. Ma semplicemente senza luce l’architettura non esiste. Mi sento di sostenere che niente è abbastanza bello per il solo fatto di esistere: è bello perchè è illuminato nel modo corretto, ed i bravi architetti si preoccupano proprio di questo.

Come gioca la luce nel tuo processo di progettazione? In quale momento pensi alla luce e come la modelli o la sperimenti nel tuo processo progettuale?

N.A. La parte interessante dell’approccio differente che utilizzo è la consapevolezza che nel momento stesso in cui progetto, creo illuminazione. È una presa di coscienza molto diversa dal pensare di creare un progetto e poi chiamare qualcuno per illuminarlo. È un processo completamente diverso, che mi permette di conoscere a fondo le ragioni per le quali i volumi sono stati creati: li ho cercati, definiti, modellati di proposito, li ho creati per evitare alcuni problemi o per coprirne altri. Quindi, so che questi volumi esistono e so come gestirli, da ogni punto di vista, approfittando delle caratteristiche dei materiali che saranno presenti nel progetto.

Quindi concepisci l’aspetto spaziale del tuo progetto attraverso la luce? Quando lo immagini, nasce già con la luce?

N.A. Sì, questa è la regola di base. Quando l’idea nasce di solito la luce è uno degli elementi più forti di questa creazione perché quando tu crei qualcosa, sai come le darai luce, sai come sarà con il riflesso della luce del giorno, sai come creerai la differenza di notte con la luce artificiale. È qualcosa che sai da subito, non ci arrivi alla fine. Quindi, sì, nel momento in cui creo ho in testa la luce.

Quanto approfondisci la definizione del tipo di luce da inserire nel tuo progetto architettonico? La luce calda o fredda, la luce diffusa o quella netta, la luce neutra o artificiale. Quanto approfondisci il progetto della luce?

N.A. Dopo tanti anni questo è diventato un istinto, un movimento automatico. Voglio dire, spesso è la materia, il volume o alcuni materiali stessi che vengono utilizzati, che suggeriscono il modo in cui dovranno essere illuminati. Un effetto sfumato oppure punti luce per enfatizzare qualcosa: la luce giusta è in realtà il giusto uso delle ombre. Questa è la luce. Se si rispetta questa regola di base, allora si sa quando usare la luce diffusa, quando usare la luce spot perché si vuole o non si vuole quel determinato gioco di ombre. 

Parliamo del tuo progetto architettonico in collaborazione con Simes, la Villa di Atene. Come hai concepito il tipo di luce in quel progetto?

N.A. Si tratta di una casa indipendente, una vecchia casa che è stata completamente ristrutturata e possiamo dire che è stato un progetto che si è presentato al momento giusto perché avevo appena visitato il vostro show-room e conosciuto IP System®. Nel momento esatto in cui ho l’ho visto, ho immaginato di poterlo usare in modo da dare una sorta di connessione, di continuità tra l’interno e l’esterno della villa: solitamente lavoro a progetti di ville estive, e in questo tipo di lavori il collegamento tra l’interno e l’esterno è generalmente molto importante per la riuscita del progetto e per una buona funzionalità della casa. Questo collegamento si rende sempre necessario e IP System® aiuta a realizzarlo: utilizzerò queste sue linee continue, creando qualcosa di nuovo. 

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