Osservare il cielo stellato è quasi impossibile nelle odierne aree urbane, grandi o piccole che siano. Abbiamo lentamente trasformato la notte in giorno. Occorre quindi guardare al design della luce con un approccio eco-sistemico ed etico, come strumento sociale per coinvolgere comunità e ridurre il nostro impatto sul pianeta, recuperando qualcosa d’importante che abbiamo perso: le stelle.
Dark Sky
Dove ha origine il movimento Dark Sky, cosa rappresenta per te e cosa ti ha portato ad indagare questo campo?
Il Dark Sky, il cielo buio, è sempre stato presente; lo abbiamo solo nascosto sotto molti strati di luce e ce ne siamo dimenticati. Gli astronomi sono stati i primi a portare l’attenzione sul crescente problema dell’inquinamento luminoso, che oggi è sempre più diversificato. L’idea alla base del movimento Dark Sky è quella di grattare via gli strati di vernice superficiale per tornare alla tela originale: la notte naturale, caratterizzata non solo dalla vista delle stelle, ma anche da cieli e paesaggi tranquilli. Questo movimento sostiene la protezione del nostro patrimonio più antico: la notte autentica, che i nostri antenati hanno vissuto fino a poco tempo fa.
Progettare la luce per l’oscurità.
Quali sono i principi di base che guidano il tuo progetto e quanto possono influire i luoghi in cui è situato il progetto?
I principi base per affrontare l’inquinamento luminoso possono essere riassunti quindi come “usa la luce giusta, al momento giusto e nel posto giusto”. In poche parole, ciò significa usare una temperatura di colore calda, orientarla verso il basso, non permettere alla luce di sfuggire sopra la linea dell’orizzonte, diminuire l’intensità o spegnere quando non serve. Se ci troviamo in un contesto illuminato dove la luce può essere presa in prestito dall’ambiente circostante, cerchiamo di usarla a nostro vantaggio introducendo la minima quantità di luce possibile. D’altra parte, quando lavoriamo con l’oscurità totale, la luce deve essere implementata in modo molto misurato in modo da non impattare sull’ambiente e sulla natura originale del paesaggio notturno in quell’area e oltre.
Piccole comunità vs grandi città.
Chi può influenzare chi? Dove può iniziare il cambiamento per progettare con un approccio diverso?
La crescente popolarità del movimento Dark Sky deve molto alle piccole comunità, poiché queste hanno attirato molta attenzione lottando duramente per proteggere la loro risorsa naturale di “cieli bui”. Questo aspetto ha influenzato i grandi investitori commerciali a considerare il movimento Dark Sky come un punto di forza unico fin dall’inizio, non come un ripensamento del progetto. Tuttavia, il successo finale di questo movimento sarà definito dal destino delle grandi città.
Quando crei un progetto Dark Sky, come progettista, devi assicurarti che questo duri nel tempo. Questo obiettivo può essere raggiunto solo se le persone che abitano e frequentano il luogo si sentono parte integrante del processo. Il progetto, per funzionare, deve essere frutto del lavoro svolto con le comunità, non qualcosa di imposto o deciso a tavolino, proprio perché il movimento Dark Sky si basa profondamente sulla collaborazione a tutti i livelli.
Le piccole comunità, proprio grazie alle loro dimensioni contenute, hanno la possibilità di mobilitarsi molto rapidamente quando si pongono un obiettivo, mentre le autorità e le grandi municipalità richiedono dei tempi più lunghi, poiché devono affrontare una burocrazia più complessa a causa del gran numero di attori coinvolti.
Stakeholder e progetti
Puoi indicarci un progetto pilota che possa illustrare questa prospettiva alternativa per un design della luce eco-centrico?
Uno dei miei progetti preferiti è il Masterplan Dark Sky di Newport, situato sulla costa occidentale dell’Irlanda nella contea di Mayo. Il progetto è stato commissionato con l’obiettivo di eliminare l’inquinamento luminoso, una preoccupazione crescente per la regione a causa della vicinanza della città al Parco Dark Sky di Mayo, che ospita una biodiversità notturna ricca, ma sensibile. Lavorando a stretto contatto con la comunità locale, è stata sviluppata una proposta di illuminazione che desse risalto all’edificio della chiesa, evitando però l’inquinamento luminoso e migliorando l’esperienza notturna sia per le persone che per la biodiversità.
Illustrazione grafica del masterplan illuminotecnico per la città di Newport. Design: Kerem Asfuroglu
Simulazioni grafiche degli ambiti di intervento. Design: Kerem Asfuroglu
Simulazioni grafiche degli ambiti di intervento. Design: Kerem Asfuroglu
Il coinvolgimento della comunità è stato una parte fondamentale dello sviluppo del progetto, con attività che vanno dalla partecipazione ai test di illuminazione, all’installazione di schermi luminosi in loco. Le opinioni locali sono state ricercate vigorosamente attraverso diverse consultazioni pubbliche per garantire che il progetto illuminotecnico raggiungesse un equilibrio sano tra le esigenze delle persone e la biodiversità.
Progetti di questo calibro richiedono tempo perché il design non è la prima fase. Il design è la manifestazione finale e il risultato di tutte le conversazioni, interazioni e consultazioni pubbliche che si sono svolte. Il progetto deve rispondere a tutte le esigenze, non solo a quelle dell’architettura, ma anche a quelle degli obiettivi ambientali e delle aspettative delle persone.
Più che da progettisti, spesso agiamo come comunicatori o diplomatici, cercando sempre di trovare l’equilibrio perfetto nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti.
Uno dei punti focali dell'intervento è la Chiesa di St Patrick, architettura simbolo della città. Il progetto mira a trasmettere come l’uso ponderato della luce possa eliminare l’inquinamento luminoso e proteggere l’ambiente creando al contempo un’immagine notturna forte.
Il precedente schema di illuminazione si concentrava esclusivamente sull’enfatizzare la verticalità dell’architettura attraverso un’eccessiva illuminazione proiettata, mentre il nuovo progetto mira a ristrutturare questa gerarchia bilanciando l’esperienza verticale e orizzontale. Di conseguenza, il parco della chiesa è stato trattato come un’estensione dell’illuminazione della facciata per incoraggiare l’attività sociale dopo il tramonto. Questo ha trasformato la funzione notturna della chiesa dall’essere un oggetto di interesse a una destinazione degna di visita sia per i locali che per i visitatori.
Il ruolo delle aziende
Quale ruolo possono svolgere le aziende di illuminazione nel sensibilizzare le comunità e nel coinvolgere attivamente le persone nel cambiamento?
C’è una chiara richiesta di apparecchi di illuminazione adatti ai “cieli bui”, con cut-off completo, temperatura di colore calda e controlli adattivi, come il dimming e il rilevamento della presenza. Credo che la progettazione illuminotecnica continuerà a evolversi man mano che troveremo modi migliori per lavorare con meno risorse. Trovare modi creativi per evitare sprechi di luce e di materiali fa già parte delle tendenze e della cultura del design sostenibile, che sia legato ai “cieli bui” o meno.
Quindi, c’è molto spazio per le aziende che prendono parte a questo movimento, ne vedono il potenziale e adattano il loro approccio.
Credo che si possa ottenere molto se l’approccio “Dark Sky friendly” viene concepito fin dall’inizio del progetto e non come un ripensamento.
Gli strumenti che utilizziamo come progettisti, gli apparecchi di illuminazione che specifichiamo e i produttori con cui lavoriamo definiscono davvero ciò che possiamo realizzare.
Per maggiori informazioni compila il form qui di seguito e ti risponderemo nel più breve tempo possibile.