Architectural project by Arch. Mazzei and Ing. Italo Viti
Lighting project Arch. Mazzei
Photography by Camilla Maria Santini
Siamo a Pietrasanta, cuore artistico della Versilia: una terra che, nel corso dei secoli, ha accolto e ispirato artisti e letterati provenienti da ogni parte del mondo.
Tra questi c’è anche il maestro Michael Guttman, celebre violinista e direttore d’orchestra. Il suo legame con l’Italia, con la Versilia in particolare, è diventato così profondo da spingerlo a ridare vita a un antico mulino ai piedi delle colline che abbracciano Pietrasanta.
Concept architettonico: conservare l'essenza del luogo
L’ardito compito di restaurare e conservare l’anima dell’edificio è stato affidato all’architetto Enrico Mazzei che, seguendo il criterio filologico di pulizia e pragmaticità, ha accompagnato la committenza in tutto il percorso di ristrutturazione, con il fine ultimo di valorizzare le caratteristiche originarie della struttura, preservarne lo spirito, trasformando il mulino da vecchio rudere a nuova dimora.
“L’intero progetto è concepito per sottrazione: l'eliminazione delle superfetazioni ha permesso di recuperarne la francescana semplicità” (Arch. Mazzei)

Il fabbricato di antica costruzione era originariamente utilizzato come mulino a doppia ruota idraulica per la frangitura delle olive e molitura del grano. Un canale attraversava perpendicolarmente il corpo di fabbrica e convogliava la forza motrice dell’acqua attraverso un sistema di chiuse. Ad oggi, delle due ruote in legno di castagno resta solo quella che veniva utilizzata per frangitura delle olive.
Come molte costruzioni rurali, anche questo manufatto si è sviluppato in modo organico nel corso dei secoli, con l’aggiunta di corpi accessori realizzati secondo le esigenze del momento.

I materiali impiegati nel progetto sono tutti naturali e lasciati a vista, senza rivestimenti o pitture. Gli intonaci, a base di calce non pigmentata, sono stati applicati a mano libera per valorizzare la matericità delle superfici murarie, seguendone le irregolarità e preservandone le sfumature cromatiche tipiche.
Tutte le pavimentazioni sono state realizzate con la stessa tipologia di pietra. Lavorazioni superficiali diverse distinguono le zone e le loro differenti destinazione d’uso. La “rinuncia” a soglie e davanzali aggettanti persegue il principio di pulizia e sottrazione.
“L’armonia cromatica è raggiunta contenendo quanto più possibile il numero dei materiali” (Arch. Mazzei)
Concept illuminotecnico
L’austerità lessicale dell’intero progetto può definirsi in continuità con lo stile asciutto e pragmatico degli antichi costruttori. Anche il progetto illuminotecnico, per allinearsi a queste premesse, doveva essere incentrato sulla medesima filosofia di sottrazione e pulizia: rispettare il luogo mantenendo un’atmosfera di rigore e semplicità anche nelle ore di buio.
La palette di colori scelte, il carattere elegante e antico del luogo, la storia e la personalità dell’intervento, dovevano rimanere inalterati anche con l’accensione dell’illuminazione esterna, senza che essa diventasse la nuova protagonista.

“La tecnica deve essere ben utilizzata, deve essere al servizio del processo che porta le idee del compositore al pubblico” (M.Guttman)
IL PARCO
Anche il parco, un’area di circa 6000 mq caratterizzata da essenze tipiche della macchia mediterranea, si propone di rispettare la natura del paesaggio circostante.
L’idea progettuale di creare delle sequenze prospettiche si è tradotta nella scelta di mettere in evidenza gli esemplari più rappresentativi presenti nel parco; gli effetti diffusi sulle chiome degli arbusti e gli accenti sui tronchi scultorei degli ulivi secolari definiscono la scena. La caratteristica luce curvilinea di Miniround permette infatti di abbracciare il fusto e di illuminare il fogliame dal basso facendolo emergere in relazione al contesto e al punto di vista dell’osservatore.
Il paesaggio viene incorniciato da una sequenza di micro incassi a terra (Nanoled) che disegnano delicatamente confini e percorsi con effetti puntuali.








LA PISCINA
La piscina di notte diventa una vera e propria massa d’acqua luminosa, illuminata dall’interno con i prodotti da sommersione della famiglia Pool.
La sua forte presenza cromatica è bilanciata dal corretto equilibrio con i livelli di luminosi dell’intorno. La siepe scura la separa della quinta muraria creando diversi e ben definiti piani prospettici.

LA CASA E IL MURO DI CINTA
Il muro di cinta, il nucleo centrale ed i corpi accessori sono illuminati dal basso verso l’alto con effetti di luce radente ottenuti tramite l’utilizzo di Minizip, storic incassi a terra di SIMES.
L’interdistanza ed il tipo di fascio scelti creano una voluta discontinuità luminosa in sintonia con la pietra a vista e la finitura artigianale degli intonaci. Questo tipo d’illuminazione riesce a caratterizzare lo spazio creando delle suggestive quinte scenografiche.
Le aperture d’ingresso sono illuminate e segnalate dai prodotti a parete della famiglia Plan, un’applique mono emissione con luce diretta verso il basso, caratterizzata da una forma rigorosa e semplice in grado di dialogare in modo discreto con l’architettura dell’edificio.








Con il sopraggiungere del crepuscolo, la pietra esalta il suo aspetto materico, gli arbusti e gli ulivi diventano attori parlanti all’interno della scena e i contrasti tra luce ed ombra valorizzano l’intervento e le pre-esistenze.
La sapiente mano del progettista è riuscita a svelare e mostrare una bellezza architettonica che gode oggi di nuova vita. La sensibilità della committenza ha permesso di preservare e valorizzare, anche attraverso la luce, un luogo di magica e vibrante atmosfera.
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